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Un caffè con ... ALFIERO

Aggiornamento: 6 mag 2021

Intervista #10



Ciao Andrea, benvenuto sulle pagine di Bibliomusique. Hai da poco pubblicato il tuo secondo disco "Un genere so lo", un disco molto intimo e molto maturo, a distanza di alcuni anni dal primo lavoro "Arancione". Cos'è cambiato in questo arco di tempo ? raccontaci il processo creativo che ha portato alla luce questo secondo album.


Ciao ragazzi! Nel primo album è uscita fuori la voglia di raccontarsi e la voglia di scavare dentro Alfiero, un po' come un biglietto da visita da esibire al primo incontro. In "Un genere solo" ho raccontato quello che vede fuori Alfiero, le cose che gli girano intorno, senza mai perdere il punto di vista introspettivo.


Ricordo che qualche anno fa, dopo un live in un locale di Latina, mi raccontasti di aver scritto una canzone per un a bambina che era arrivata dall'Africa con un barcone e che avevi conosciuto grazie al tuo lavoro di educatore. La canzone in questione si chiamava "Mare" un brano struggente, presente in questo secondo disco dove l'Alfiero persona prende letteralmente per mano quella bambina. Mi potresti descrivere le sensazioni legate a quel brano ? quella bambina ha ascoltato il brano?


Il mio lavoro mi fa conoscere situazioni di bambini assurde. Situazioni che personalmente mi avrebbero buttato giù. Questi bambini hanno una corazza e una voglia di affrontare la vita che in certi momenti stento a crederci! Un giorno viene inserita in casa famiglia una bambina di appena 3 anni, senza genitori. La bambina veniva dall'Africa… ha affrontato un lungo viaggio durato mesi. Ora non sto a raccontare tutta la sua storia, ma quella bambina mi ha catturato, la sua voglia di rinascere, di vivere, di imparare cose nuove. " Mare" l'ho scritta per lei, e prima che andasse in adozione presso una famiglia splendida, l'ha ascoltata dal vivo. Non credo abbia capito il senso, ma per me è stata un emozione fortissima cantarla davanti a lei!


Hai pubblicato questo secondo album durante il periodo di pandemia. La musica e il settore dello spettacolo hanno risentito particolarmente di questo momento storico. Come hai affrontato la quarantena a livello artistico? E' stato un buon momento per riprogrammare tutto?


Questo momento ha avuto due sfaccettature. La prima mi ha permesso di terminare e di dedicarmi alla chiusura del disco con più calma. La seconda parte mi ha fatto capire che far uscire un disco in questo periodo è stata una mossa un po' azzardata. Dico questo perché in questo periodo c'è stato un sovraffollamento di nuova musica e questo non ha sicuramente spianato la strada al disco come volevo io.


Nella tua musica sono presenti alcune influenze del cantautorato pop con delle incursioni rock. ogni tanto le chitarre escono fuori, come se ci fosse un passato punk di Alfiero. Con il brano "Vuoto" e il rispettivo videoclip diretto da Fabio Mores, abbiamo evidenziato questa peculiarità. Hai qualche sorpresa per il prossimo album ?


C'è stato un passato di chitarre distorte e di molto rock in Alfiero e in "Un genere solo" qualcosa è riaffiorato! Ho tante idee per il prossimo album, ma per ora nulla di concreto. Sicuramente ci saranno sonorità diverse dai due precedenti album.


Ti confesso che il brano "Non mi lamento" mi ha fatto scendere qualche lacrimuccia, c'è davvero tanta verità in quei quattro minuti e durante il lockdown ascoltarlo è stato ancora piu' intenso. Quando è che Andrea decide di prendere la chitarra in mano per iniziare a scrivere una nuova canzone? da dove viene questa necessità e in che momento in particolare?


"Non mi lamento" è un brano che non volevo inserire nel disco perché molto intenso e personale. Poi una volta registrato mi sono convinto che poteva essere una pugnalata e alla fine è diventato anche un singolo. Di solito accumulo esperienze, emozioni e sensazioni durante i giorni, fino a che c'è un esplosione e quindi il bisogno fisiologico di dover cacciare fuori qualcosa. La ritengo una terapia personale e credo che ne avrò sempre bisogno per stare bene con me stesso e con gli altri.


Svelaci uno dei tuoi piu' grandi sogni da musicista

Ora come ora il mio sogno più grande è quello di tornare a suonare in giro, stare in mezzo alle persone e viaggiare chitarra in spalla il più possibile. Spero si torni presto alla normalità.


Saluta Bibliomusique consigliandoci una canzone da ascoltare assolutamente e spiegaci il motivo.


Grazie ai ragazzi di Bibliomusique per questo spazio e per le belle domande! Volevo consigliarvi una canzone che mi ha fatto compagnia in un momento difficile che fortunatamente ho superato. La canzone è "Long blue light" di Leif Vollebekk.




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