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Un caffè con... SHIVA BAKTA

Intervista #18


 

Amici di Bibliomusique, ci fa oggi compagnia Shiva Bakta, al secolo Lidio Chericoni, cantautore, compositore, polistrumentista, che ha da poco pubblicato il suo ultimo singolo I See You, che anticipa un nuovo album in uscita nei prossimi mesi per Noja Recordings, con ufficio stampa affidato a Metaversus.

Antidivo indie, avvezzo a scelte mai dettate da logiche di mercato e a produzioni mai scontate. Tuttavia…

Ma insomma, uno crea una webzine apposta per parlare del nuovo incredibile pezzo di 40 minuti di Shiva Bakta e invece se lo ritrova con un singolo di 3 minuti e 47 nella homepage di Rumore, con tanto di foto figa e ufficio stampa. Che succede?


Succede che Save me, la suite, è stata un'avventura e sono molto contento di come sia venuta fuori, succede che non è stata minimamente promossa perché l'ho messa online in anteprima a marzo 2020 (te lo ricordi dov'eravamo tutti no?) e non si sapeva minimamente se e quando sarebbe ripartito il tutto. Però sentivo l'urgenza di darla a quel po' di pubblico che mi conosceva. Non l'ho neppure stampato, anche se la voglia c'è.

E succede che in meno di un anno mi siano uscite una serie cose diverse, che vorrei anche portare dal vivo. Le foto me le hanno fatte gratis. Rumore non ha fatto resistenza. Ecco perché sono finito lì.


A parte gli scherzi, I See You è una canzone complessa, in cui si respira aria di rock progressive, di fine anni ’70 ed estati malinconiche. L’hai definita “Una canzone d'amore in 6/4 con improvvise irruzioni di battute in 7/4, perché nel 2021 le canzoni d'amore hanno bisogno di altre unità di misura. Una canzone che potrebbe essere stata scritta nel 1978, suonata nel 1997, e mixata 10 giorni fa.”. In realtà, qualche giorno fa, hai anche svelato la presenza di due battute in 4/4 infilate in mezzo al brano. È un omaggio ai tempi bastardi che viviamo, alla complessità dei rapporti umani o solo frutto naturale del tuo background e del tuo gusto?


Semplicemente mi sono reso conto che da più di un anno scrivo solo in 6/4. Anche Save me, se te lo ascolti con l'orecchio clinico, è per più di metà in 6/4. Mi sono accorto che si possono scrivere cose non ostiche e anzi "leggerissime" pure su tempi "strani", zoppicanti, ed escono melodie, per così dire, diverse. Diverse perché incastrate in un contesto non usuale, esistono sì capolavori in 6/4, ma è uno di quei tempi "strani" che sono stati meno utilizzati nella storia della musica pop, mentre ha trovato casa piuttosto nel prog o nel metal.


Hai curato interamente da solo arrangiamento, esecuzione e produzione o ci sono state delle collaborazioni? E nel resto del disco?

Ho avuto bisogno dei violini di Maria Isolina Cozzani, una violinista di Spezia che avrei voluto anche in Save me, ma purtroppo l'inizio della pandemia mi ha fatto saltare i piani. Barbagallo mi ha guidato a distanza nel mix. E meno male.


E dunque, senza svelare troppo, cosa c’è da aspettarsi da questo nuovo disco di Shiva Bakta? Da quale immaginario sonoro e visivo è stato influenzato?

Ma lo svelo perché su Rumore è uscito il titolo, cioè "6/4 of love". Semplicemente 10+1 canzoni d'amore tutte in 6/4. La "+1" in realtà è in 3/4, ma non è né un valzer né un minuetto. C'è dell'Aor riadattato al 2021, c'è un pezzo elettronicovintage, c'è il pop di fine '70. C'è tutto un immaginario "adulto" ma senza farlo pesare troppo.


I See You esce per Noja Recordings di Carlo Barbagallo, con cui collabori già da un po’ a vario titolo. È una piccola realtà fuori dagli schemi. In che modo ti rappresenta?

Barbagallo è il miglior musicista che abbiamo in Italia. Mi riempie i vuoti. E ne ho da vendere. Ti servono dei vuoti? Scrivi a Carlo Barbagallo.


· Altra collaborazione ormai stabile è quella con l’illustratore Alessandro Di Sorbo, che da qualche anno (da quando riuscì a sconfiggere addirittura sua moglie in un contest sui tuoi canali social, ma questa è un’altra storia) cura gli artwork dei tuoi lavori interpretando alla sua maniera i tuoi testi e la tua composizione. Le idee le sviluppate insieme o gli dai carta bianca? In che modo la sua mano racconta per immagini la tua musica?

Io gli giro i provini, poi i mix, lui ascolta e fa le magìe. E stavolta, devo dirlo, ancora meglio delle altre. Le sue immagini sono icone, arrivano in un colpo ma vanno esplorate nei dettagli. Dove di solito c'è il diavolo, mentre nel suo caso ci sono tante piccole divinità tutte ubriache a far festa. Quando mi è arrivata la copertina di 6/4 of love mi stavo per mettere a piangere.


Parallelamente al disco stai portando avanti anche altri lavori (come Shiva Bakta o per altri musicisti)? Hai live in programma? A proposito, che formazione / strumentazione avrà il tuo live set? Oddio, sono tre domande in una…

Attualmente no, ho collaborato per anni con Matteo Fiorino, cantautore di Spezia, ho suonato sui suoi due album, l'ho accompagnato nei tour. La pandemia ha bloccato tutto, io ho continuato a scrivere moltissimo, mi sono trovato con queste canzoni qui. Le porterò live ma non ti dico ancora come. Posso dirti però che sarà un live neoclassico, da camera.


Bene. Se non erro La Tizia dovrebbe avere ormai circa 6 anni. Cosa pensa della tua musica?

Qualche mese fa mi ha chiesto se ho mai scritto delle canzoni "fallite". Le ho fatto ascoltare uno dei pezzi di 6/4 of love e lei mi ha detto "Questa è bella, non è una canzone fallita". In generale non le faccio ascoltare molto le mie cose. Voglio che le venga la curiosità. Se è curiosa, ascolterà. Altrimenti va bene uguale.


E cosa invece le piace ascoltare principalmente?

La radio. Giuro, in macchina (quando è possibile giriamo molto in macchina) ascoltiamo molta radio. Ma a 4 anni le mettevo Revolver, Abbey road, Coltrane (giuro). Quando aveva 3 anni mettevo molto jazz in macchina, una volta ho messo una cosa diversa e lei mi fa "questo non è jazz, metti jazz". TRE ANNI. Poi niente due anni fa ha fatto il suo primo live, ha cantato Amore e Capoeira al karaoke dei bambini in vacanza.


E tu invece cosa stai ascoltando ultimamente?

Soprattutto Amore e Capoeira. Scherzi a parte sono ancora incastrato in tutto l'immaginario di metà '70, primissimi '80. Battisti in Italia, Steely dan, Fleetwood mac, il funk nero, Fela kuti. Un minestrone di cose che nei miei primi 30-35 anni ho sempre tenuto lontano. Ed è la prima volta che le cose che ascolto influenzano direttamente quello che scrivo. E non è detto che sia un bene, chissà.


Qual è l’ultimo disco che ti ha veramente stupito?

Sono un vecchio, non mi stupisco più di niente. Anche se devo dire che ai Black Midi gli ho dato un ascolto e mi sono divertito moltissimo.


Da outsider-abbastanza-conosciuto cosa pensi della scena indie italiana contemporanea e in che modo senti di farne parte? (Sempre ammesso che)

Abbastanza conosciuto direi ahimé di no, più che altro chi mi ascoltava 12 anni fa s'è dimenticato che esisto oppure sono tutti morti. Sono un po' un alieno ora come ora e di solito gli alieni sono oggetto di attenzioni. Ma magari gli alieni di 42 anni sono solo noiosi, e la scena indie è giovane. Molto giovane.


E invece ti sei mai rapportato con l’estero? Non so, tour europei, webzine straniere… E qual è stato l’impatto?

Con l'estero no, perché non ho mai avuto troppa voglia di fare ricerche, mandare i dischi, scrivere presentazioni ad hoc. E non lo so nemmeno fare a dire il vero, ecco perché ho un ufficio stampa. Save me l'ho mandato anche a webzine che non recensivano più dischi o inattive da diverso tempo. Mi serviva un badante che si occupasse di queste cose insomma.


È il momento dei saluti. Ringraziamo Lidio per la disponibilità e aspettiamo curiosissimi il suo nuovo album.

A presto.


 


Ascolta il singolo "I See you" su Spotify




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