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Un caffè con ... COMRAD

Intervista #8

 

Un grido pieno di tensione, un pugno allo stomaco a tutti gli effetti.

Le distanze si accorciano con la potenza di questo nuovo progetto punk in cui compare Giò Sada, che intanto sta procedendo il suo percorso artistico Gulliver. Apriamo il link dei brani del progetto Comrad e siamo in varie parti del mondo, il loro pop punk melodico ci fa sobbalzare dalla sedia e ci riporta a quei festival stranieri pieni di fan accaniti dove l'unico mantra si chiama circle pit. L'ep dal titolo "Restiamo vicini" contiene cinque pezzi ed è stato registrato a distanza durante il lockdown in tre città diverse, tra Manchester, Roma e Bari. I brani sono una maratona olimpica, dei tagli affilati sulla schiena tra compressioni di chitarra, melodie avvolgenti e una batteria che si aggira tra il punk e l'hardcore. Questo primo lavoro dei Comrad è stato registrato interamente su musicassetta, quasi come un invito al passato, alle cose semplici o anzi alle piccole cose come sottolinea la voce di Giò nel primo brano "Che bello è". Lo staff di Bibliomusique augura tutto il meglio a questo nuovo gioiellino underground.

 

Ciao ragazzi, grazie intanto per aver dedicato un po’ di tempo a Bibliomusique!

Siamo molto felici di avervi con noi. Partiamo dalla domanda basilare, alle volte ovvia ma importante per conoscervi meglio. Come nascono i Comrad?


Ciao raga e grazie a voi! Allora i COMRAD nascono quasi per caso, anche se alla fine non è mai un caso, Durante il primo lockdown.


Dal comunicato stampa leggiamo: “4 amici, 3 città, 2 nazioni, 1 EP.”

Raccontateci un po’ come è stato concepito il vostro primo lavoro e come avete affrontato il processo creativo.


Durante il primo lockdown Giò ha scritto 5 pezzi in 5 giorni dopodichè sono stati coinvolti Andy Dazzler da Manchester, bassista dei DEADNECK band punkrock apprezzata worldwide, Marco Fischetti già membro di GULLIVER insieme a Giò e batterista di band hardcore come (the memory, NoBlame) e Alessandro Donadei, barese ma residente oramai da 10 anni a Roma produttore di suoi progetti come (CONCERTO,whitemary) e gran chitarrista. Ognuno nei propri studi, sono state registrate tutte le parti poi mixate e masterizzate in Inghilterra da Andy. E’ stato tutto molto veloce e istintivo, siamo contenti anche per le doppie voci in italiano fatte da Andy che non lo sa parlare ma che felicemente si è cimentato, è stato un bel modo di stare insieme nonostante la forzata lontananza.


“Restiamo vicini” è un disco punk “melodico, dritto e sincero”. Si percepisce fin dal primissimo ascolto la necessità e la voglia di urlare e trasmettere un po’ di positività. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, fatto di distacco e isolamento sociale, la musica può e deve essere un mezzo per avvicinare le persone.

Quali sono i messaggi di positività che volete lanciare a chi vi ascolta?


Assolutamente il restare vicini, ma non solo fisicamente, dobbiamo sentirci vicini nei modi, nella lotta all’ingiustizia, nel voler cambiare paradigma con l’ambiente circostante, rifiutare il potere preferendo la condivisione equa, sentirsi liberi di cambiare strada e di abbandonarsi nel cammino, perdere misura per sentirsi più vicino a chi già ha perso e cerca di rialzarsi.


Il vostro EP è stato pubblicato in Italia e in UK in formato musicassetta. In un mondo musicale fatto di piattaforme streaming, followers e numeri, come mai avete scelto questo approccio più DIY? Come mai proprio questo formato?


Forse perché essendo ragazzi cresciuti nei ’90 abbiamo un affetto particolare per questo tipo di supporto; in realtà nel mondo DIY punk e derivati la musicassetta non è mai morta, è sempre rimasta li in attesa, come per il vinile, sembrava scomparso ma lo era solo per il mainstream, le band underground hanno sempre mantenuto quel gusto per quel tipo di oggetti, se ora sono esplosi di nuovo è solo perché c’è chi non ha mai smesso di crederci.


[Domanda per Giò] Come ben sappiamo, nel 2015 hai vinto X-Factor. Durante la finale, oltre al singolo, avevi schiantato in faccia a tutti noi una “Best of You” dei Foo Fighters fatta a regola d’arte, che dimostrava già da allora (a mio modestissimo parere) quale fosse la tua personalità e la tua inclinazione. Non ti nego che tifavo per te, ma la mia paura più grande dopo la tua vittoria era proprio quella di vederti “snaturato”. Si sa come funziona dopo la partecipazione (e addirittura dopo la vittoria) ad un talent. La mia domanda è questa. Quale Giò vedi quando pensi ad X-Factor e quale vedi adesso con i Comrad? A quale ti senti più vicino e quale dei due ti trasmette libertà e soddisfazione?


Ciao! In realtà non ho mai smesso di sentirmi me stesso, la difficoltà sta nello spiegare che amo il punk-rock e tutte le sue sfaccettature e poi amo profondamente scrivere canzoni, fare il cantautore, ho queste due anime, una ha bisogno di gridare, saltare e rompere il palco, l’altra ha bisogno di dolcezza, di cullare gli altri in ambienti eterei e spazi aperti. Sono tutte e due le cose e mi sento bene in tutti e due i vestiti.


Con quali band del panorama italiano trovate delle affinità stilistiche e con quali vi piacerebbe condividere il palco in futuro?


Bhe data la situazione che stiamo vivendo ci piacerebbe condividere il palco con tutti quelli a cui manca.


Per concludere in bellezza, domanda standard che facciamo a tutti gli artisti che passano da qui. Vi va di consigliare ai nostri lettori artisti/album/brani che state ascoltando con piacere negli ultimi tempi?


Un po’ di band - IDLES - OFF! - HONNINGBARNA - THE COMET IS COMING - ACTIONMEN - KRANG - DEAD POET SOCIETY.


Ringraziamo i COMRAD per aver scambiato quattro chiacchiere con noi e intanto ci spariamo il loro EP.

 



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