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Daniele Montuori

Un caffè con ... DUE VENTI CONTRO

Intervista #9

 

Ciao Giacomo, piacere di averti qui sulle pagine di Bibliomusique. Dopo alcuni anni di silenzio sei tornato a far parlare di te con il singolo “Menelao”, un brano dal carattere deciso, introspettivo e con delle nuove sonorità al suo interno. Ci potresti parlare delle sensazioni che ruotano intorno a questo brano?


Ciao Bibliomusique e grazie per lo spazio. Dopo due dischi fatti uscire tutti d'un fiato, ho preso tempo e ho partorito testi come quello di Menelao che reputo sia quello dove maggiormente sono riuscito a esprimere profondità. Personalmente la avverto solenne ma anche un pò disperata.


Il singolo “Menelao” mi ha letteralmente trasportato in un mondo che si avvicina all’hip-hop e al neo-soul pur restando in una zona di comfort cantautoriale. Cosa ti ha influenzato maggiormente a livello artistico negli ultimi tempi rispetto agli ascolti inerenti all’inizio del tuo percorso musicale?


Negli ultimi anni ho ovviamente assistito e ascoltato tutta l'evoluzione e l'esplosione del cosidetto ITPOP e ascoltato tentenze internazionali, mi sono tenuto aggiornato insomma. Tra i miei ascolti più frequenti hanno perso terreno un pò quello che erano i miei vecchi capisaldi a livello musicale, un certo modo di intendere la musica "presa bene" e ritmicamente positiva per lasciare spazio a sonorità più riflessive e anche lente: sono passato da Jovanotti e Coldplay a Bon Iver, Nicolò Fabi (che già ascoltavo tantissimo) e all'affermazione totale dei Bombay Bicycle Club. Questo chiaramente è il un super sunto: in realtà ci sono moltissimi altri che favoriscono e influenzano il tutto.


Il videoclip diretto da Giorgio Bianco dai toni misteriosi e onirici si sposa perfettamente con il messaggio della canzone. Ho notato dalla tua biografia che ti occupi anche di musicoterapia, intercettando o almeno credo, un piccolo verso molto "mindfull" all’interno della canzone. “Oggi in città si respira, continuo il viaggio e ne avrò per molto, ogni tanto mi volto indietro, rallento il passo”. Cosa rappresenta per te questa professione e quanto è presente all’interno del progetto Due Venti Contro ?


In questo momento, la mia formazione e in generale quasi tutto il mondo della musicoterapia è instand-by a causa del Covid. La musicoterapia ha spalancato un mondo che non conoscevo nonostante abbia ascoltato tantissima musica e studiato diversi strumenti in diversi contesti prima di intraprendere questa scelta. Sicuramente anche questo percorso ha condizionato sonorità e testi: quando con la mia band ci si lancia in improvvisazioni, avverto molto di loro.. o così ora mi sembra.


In un momento così drammatico come quello che stiamo vivendo, la musica sta diventando un elemento di contorno, sempre piu’ liquida, intrappolata tra dirette e stories su instagram. In che modo stai gestendo il tuo rapporto con i fan e quanto l’impossibilità di suonare dal vivo sta condizionando la tua motivazione artistica.


Sono "caduto" anche io nella trappola delle dirette del primo lockdown, ma ho anche utilizzato quelle giornate vuote e stranissime per riproporre quanto pubblicato fino a quel momento in versione casalinga anche grazie all'aiuto di diversi amici musicisti.. ho raccolto tutto su IGTV e dato il nome di CoronaReaction. Il momento rimane terribile: pensa che nel gennaio 2020 finalmente le cose sembravano per partire alla grande, grazie alla collaborazione iniziata in quel periodo con Alessandro, che è poi colui che sta credendo quanto me nel mio progetto.. si parlava di date estive.. una cosa del genere era completamente impensabile. Sono però riuscito a salire su di un palco il 30 agosto, in apertura dei Blindur in una serata davvero bella


Con quali artisti hai il desiderio di collaborare in un tuo prossimo disco?


Nel prossimo disco, ci saranno 3 featuring e sono esattamente le persone che speravo di coinvolgere. Sono il cantautore Fusaro, il dj e producer Corgiat e il frontman degli Eugenio in Via di Gioia, che è mio caro amico.


Ringraziandoti per la tua disponibilità, ti saluto con un’ultima domanda.

Se dovessi paragonare la tua musica ad un film, quale sarebbe ? E perché?


Direi che posso tranquillamente affermare che la mia musica assomiglia al "Il treno per Darjeeling". Perchè? Perchè ad un certo punto il treno "si perde", nonostante i binari, perchè è un pò folle, gioioso ma allo stesso tempo di una profondità disarmante. Ringrazio voi e vi mando un abbraccio grande.

 



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