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  • Roberto Guardi

Un caffè con ... SIMON LINSTEADT

Intervista #11

 

Ciao Simon, benvenuto su Bibliomusique e grazie per essere qui con noi! Sei il primo artista internazionale con cui chiacchieriamo, siamo felici di cominciare da te! Ci racconteresti brevemente di te e della tua passione per la musica? Come scrive una canzone Simon Linsteadt?


Ciao ragazzi, sono davvero felice di chiacchierare con voi e sono onorato di essere il vostro primo artista internazionale! Ho iniziato suonando il pianoforte a sei anni, dedicandomi a studi classici e partecipando a concorsi pianistici e a varie recite. A dieci anni venni totalmente ossessionato dalla chitarra, iniziando a sognare di possedere una Fender Stratocaster rossa. A quel tempo ero interessato al rock classico e al pop moderno. Mi piaceva tutto, dai Cream a Vanessa Carlton. Ho cominciato ad essere interessato al folk a dodici anni, poiché mia sorella maggiore era in una folk band negli anni del liceo. Ho ammirato lei e le sue amiche e volevo emulare quello che stavano facendo. Ho fondato la mia prima band, gli Steep Ravine, subito dopo il liceo nel 2011. Suonavamo di tutto, dal bluegrass fino al folk rock, ma sempre con un delicato piglio cantautorale. Nel 2015 ho iniziato a concentrarmi sulla mia musica solista. Ora, dieci anni dopo, ho realizzato otto album e ho fatto molti tour negli Stati Uniti.


Per quanto riguarda il modo in cui scrivo una canzone... non è sempre la stessa, ma di solito il tutto inizia con me che mi siedo con la mia chitarra, o qualunque strumento sia a mia disposizione, in un momento ispirato. Avrò la sensazione di due o tre accordi insieme a un frammento di una melodia, forse con una piccola frase lirica come "Quando ti svegli in questo stato d'animo al chiaro di luna" (ndr: dalla canzone “Half Moonlit Mood”) o "Mostrami come diventare forte come un ramo di castano”. Poi metto giù la chitarra e faccio qualcos'altro. In seguito quel motivo mi rimbomba nella testa per giorni, settimane, mesi. Lo fischierò inconsciamente mentre sto facendo altre cose, e poi altri piccoli frammenti di testi inizieranno a venirmi in mente. La volta successiva in cui mi siedo con la chitarra è come se avessi aperto nuove idee nel mio subconscio e sono in grado di continuare. Mi fermo sempre quando provo quella sensazione di stanchezza. A volte mi ci vogliono un paio d'anni per finire i testi. Non li forzo mai. Il processo di registrazione è una forma d'arte completamente diversa. È la mia parte preferita e di solito sto già pensando a un arrangiamento e alla produzione mentre scrivo una canzone. La cosa più bella del fare musica è che quando si tratta di registrare e produrre una canzone, ci sono infinite possibilità di come dar vita a una canzone. Potrei andare più in profondità con questo, ma questo potrebbe richiedere pagine e pagine, quindi mi fermo qui.


”Gualala” è il tuo quinto album solista, molto differente dai precedenti, e sembra rappresentare un nuovo percorso nella tua musica. Perché questo titolo? Raccontaci della nascita, delle caratteristiche e delle fonti di ispirazione per questo nuovo album.


Gualala è il nome di una piccola città alla foce del fiume sulla costa della California settentrionale, nonché una parola pomoica (ndr: della tribu indiana dei Pomos, nella California settentrionale) che significa "dove l'acqua scorre verso il basso". È un posto che ho attraversato in auto molte volte e in cui ho trascorso diverse notti. Sono sempre stato attratto dal modo in cui la parola scorre fuori dalla lingua e dalla sonnolenta sensazione del mare del luogo. Prima di trasferirmi a New York nel 2018 ho trascorso alcune notti a Gualala, salutando la California. Mi ci sono voluti quattro anni per completare questo album dalla punta alla poppa, e nel frattempo ho pubblicato "The Fool". Per tutto il tempo sapevo nel profondo della mia mente che questo progetto si chiamava "Gualala", in parte perché era un luogo in cui ho detto addio al primo capitolo della mia vita. Col passare del tempo la parola è arrivata a rappresentare questo nuovo e colorato suono della mia musica e si è distaccata dagli altri significati. Era un simbolo delle trame sonore, dei nuovi colori, di nuove canzoni e nuove direzioni. Sebbene l'album sia un punto di partenza nel mio repertorio, è principalmente un punto di partenza in termini di produzione. Ho iniziato a scrivere "I Will Never Know" e "The Hard Way" intorno al 2016. Non ho mai trovato un modo per esprimerli fino a quando non ho iniziato ad esplorare l'elettronica. 'This I Swear' l'ho scritta nel 2007. È stata una delle prime canzoni che abbia mai scritto e volevo renderle omaggio in questo album.


Trasferendomi a New York City ho iniziato a immergermi in molta nuova musica e nuovi modi di creare musica con la tecnologia. Camminavo per ore lungo il fiume Hudson e a Central Park ascoltando Kraftwerk, Cyndi Lauper, Gorillaz, Sting, Beastie Boys, McCartney II di Paul McCartney, Future Shock di Herbie Hancock, Prince, Bad di Michael Jackson, Play di Moby, Peter Gabriel, Kate Bush, Angelo Badalamenti, U2, Aphex Twin, Air, Daft Punk e molti altri. Ho incontrato un riparatore di sintetizzatori alla Rogue Music di Manhattan, e mi ha insegnato come usare un sintetizzatore sottrattivo, mi ha indirizzato verso un sacco di macchinari interessanti (campionatori, drum machine, ecc.) e poi ho iniziato a esplorare con essi per conto mio. Ne sono diventato davvero ossessionato. Mi svegliavo pensando ai sintetizzatori, andavo a letto pensando ai sintetizzatori, poi sognavo i sintetizzatori, immaginando fili e cavi sincronizzati tra loro che dessero vita a musica meravigliosa. Sono sempre stato così per quanto riguarda le mie attività musicali. Quando avevo diciassette anni era musica flat-picking e bluegrass, più tardi è stato rock 'n roll, in altri casi era pop/elettronica. Vado molto in profondità quando mi immergo in qualcosa di musicale. La curva di apprendimento mi ha richiesto circa un anno. Subito stavo facendo musica, ma mi ci è voluto davvero un anno per capire come avesse senso per le mie canzoni.



Sei molto giovane ma la tua carriera è già molto piena di musica. Parlaci dei tuo album precedenti, anche di quelli realizzati con gli Steep Ravine. Secondo te quali sono le differenze esistenti tra ciascun album?


Il mio primo album è stato Trampin’ On (2013), con la mia precedente band Steep Ravine. Premetto che è un po' impegnativo per me ascoltare "il vecchio me". Ma amo quel ragazzo di diciannove anni che ha realizzato quell'album. A quel tempo ero perdutamente innamorato della musica bluegrass. Ma ciò che distingueva quell'album era che la mia interpretazione del bluegrass era piuttosto colorata, gentile e poetica, ed ero davvero intenzionato a rendere omaggio a quello che consideravo il miglior bluegrass, newgrass e jazz acustico come Tony Rice Unit, The Osborne Brothers, John Reischman, John Hartford, Norman Blake e Django Reinhardt. All'epoca ero anche molto interessato a James Taylor e Paul Simon, cosa che posso sentire nel suono. È stato un periodo davvero bellissimo, ero molto appassionato delle origini della musica folk e jazz. Il mio secondo album è stato The Pedestrian (2014), anch'esso come Steep Ravine. È stato un progetto intenso, stavo cercando un livello estremo di perfezionismo, portando la chitarra flat-pick in un'atmosfera più progressive. Ero piuttosto giovane e sperimentavo molto. La band non era molto entusiasta nel realizzare questo album, ho spinto tutti al massimo e le canzoni non erano facili da suonare dal vivo perché io suonavo la chitarra, il mandolino e il banjo, mentre il nostro bassista Alex Bice suonava batteria, percussioni e basso.


Poi è stata la volta del mio primo album solista Simon Linsteadt (2015). A quel tempo gli Steep Ravine si stavano sciogliendo. Avevo bisogno di esprimere qualcosa di più personale e vulnerabile. Ero interessato alla musica registrata usando principalmente chitarra e voce, come alcune canzoni di Nick Drake, James Taylor, Neil Young, Tony Rice e Norman Blake. C'era qualcosa di spazioso e inquietante nella scarsa strumentazione ed ero pronto per la sfida. Stavo attraversando un periodo molto intenso, affrontando attacchi di panico e cercando di smettere di bere (ora sono sobrio da quattro anni!). Ho anche registrato la maggior parte di questo album mentre ero appena stato “ricucito”, dopo essere uscito dall'ospedale per un'appendicite. Quasi subito dopo aver pubblicato il mio primo album da solista ho iniziato a registrare Fixing My Head (2016). L'ho registrato nel seminterrato dei miei genitori. Ho scritto la maggior parte delle canzoni al volo, nel seminterrato. Mi sentivo liberato ed ero stanco di suonare la chitarra con una mentalità così perfezionista. Mi sentivo intrappolato dalla forma e dalla struttura. Volevo esprimere qualcosa di più irregolare e lasciare trasparire il mio senso dell'umorismo e le diverse parti della mia identità. Alcune delle mie ispirazioni sono state Tonight’s the Night di Neil Young, Plastic Ono Band di John Lennon, Talking Book di Stevie Wonder e McCartney I di Paul Mccartney. Ero interessato all'approccio della one man band per la realizzazione di un album. A volte guardo indietro a questo periodo di tempo come al periodo più felice della mia vita. Mi sentivo così libero e vivo. Gli Steep Ravine rimasero in vita per un altro anno e mezzo nonostante la nostra breve pausa. In quel periodo abbiamo incluso nela formazione un nuovo batterista e realizzato Turning of the Fall (2017). Penso che sia l'album più riuscito degli Steep Ravine. Ha un'atmosfera molto live. Ho insistito nelle tracce vocali, per mantenerle in un'atmosfera live. Dopo aver performato l'album a lungo dal vivo, gli Steep Ravine hanno preso una pausa indefinita.


February (2017) è stato rilasciato più o meno nello stesso periodo. Sì, ho registrato due album contemporaneamente. Questo mi ha visto suonare molte più chitarre con corde di nylon e sforzarmi nel continuare con la stessa serietà del mio primo album solista, ma con più strumentazione. Ancora una volta ero intento a registrare chitarra e voce dal vivo, per catturare una certa musicalità e ritmo naturale. La mia esperienza è stata che quando cantavo e suonavo dal vivo tutto sembrava più naturale e la canzone era lì. Il mio senso del groove era più naturale ed era più facile registrare batteria e basso. Non mi attengo più a queste "regole", ma mi hanno aiutato a ottenere un certo suono per quell'album. Considero quell'album come la fine di un capitolo, si sono spente le luci di un'epoca della mia vita. Ho viaggiato per tutta la nazione, ero pronto per qualcosa di diverso.

Successivamente ho registrato The Fool (2019). Fu un po' diverso per me. La maggior parte delle sue canzoni le scrissi al liceo, l'idea era di dare loro nuova vita, dieci anni dopo. Quando avevo quindici anni realizzai un EP registrato male chiamato The Fool, e lo considero un'espressione sincera, innocente e vera di me stesso. Volevo riconquistarlo, forse per i posteri, e forse anche per guardare avanti. Al suo interno vi sono anche una manciata di nuove canzoni. Mi stavo interessando alla spiritualità e all'arte surreale come quella di Cecil Collins e William Blake, e al cinema sperimentale non-rappresentativo. The Fool è un cenno musicale ad alcuni di questi interessi artistici. Ho registrato e mixato la maggior parte di questo album in un appartamento a Manhattan. Volevo usare principalmente strumentazione folk e bluegrass, ma suonare come se non avessi mai ascoltato prima il bluegrass. Stavo cercando di disimparare le cose a vantaggio di una più profonda autoespressione.

Adesso eccomi qui con Gualala. Se February era una morte, allora The Fool era il mondo sotterraneo. Questo deve rendere Gualala una rinascita. È così che mi sento. Sono davvero entusiasta di come le cose stanno andando per quanto riguarda la mia creatività, sono aperto verso qualsiasi cosa mi faccia sentire eccitato.


Se ti si chiedesse di preparare un best of di dieci della tue canzoni, quali inseriresti in scaletta?


Posso essere duro con me stesso quando ascolto la mia musica, ma le mie dieci tracce includerebbero le seguenti:


Pine Hill Rd

Everyday (You Have Grown) Turning of the Fall version

Vulture

Long Time

Pickleweed

Providence

Hold On

I Will Never Know

The Hard Way

The Holy Fool’s Inn


Qual è la tua musica preferita? Indicaci qualche album e qualche canzone!


Scrivendo questa lista mi accorgo che i miei album preferiti li ascolto praticamente da sempre, ma non sono quelli che contengono le mie canzoni preferite.


Album preferiti:


Paul McCartney- I e II

Neil Young- Rust Never Sleeps, Trans

U2- Joshua Tree

Deb Talan- Lucky Girl

John Lennon- Plastic Ono Band

Michael Hurley- Hi Fi Snock Uptown

Michael Jackson- Bad


Canzoni preferite:


Deb Talan- Butterfly

Cat Stevens- If I Laugh

The Weepies- Simple Life

Sting- Fields of Gold

Paul McCartney- Junk

Wings- Arrow Through Me

Michael Jackson/Paul McCartney- The Girl is Mine

Michael Jackson- Man in the Mirror

Beck- Lost Cause

Michael Hurley- Watertrain


Com'è attualmente la situazione legata al Covid lì negli Stati Uniti? In che modo hai vissuto il periodo di quarantena?


Sono stato fortunato nel potermi muovere verso il Maine in compagnia della mia ragazza, con un paio di mesi di anticipo prima che la situazione legata al Covid degenerasse. Viviamo in una piccola cittadina e i casi di contagio restano molto contenuti. Ho trascorso la quarantena registrando “Gualala”, perciò ho trascorso il mio isolamento potendomi concentrare sul nuovo sound e sulle tecniche di registrazione.

Quali sono i tuoi progetti musicali per il futuro? Stai preparando un tour? Qual è il tuo set usuale per un'esibizione live? Ti esibirai anche in Europa e qui da noi in Italia?


Come con la maggior parte degli album, quando ne pubblico uno ho già progetti in vista per il successivo. In questo momento è difficile dire esattamente come sarà la produzione, ma ho molte nuove canzoni e ho intenzione di continuare a spingermi in nuovi territori e seguire qualsiasi cosa mi appassioni. Ho intenzione di essere più visibile sui social media e di tornare on the road come artista solista. Di solito il mio live set in passato è stato piuttosto organico, con chitarra, batteria, violino, basso e mandolino. In futuro voglio includere più tastiere e tecnologia. Spero un giorno di saltare oltre lo stagno e di esibirmi in Europa/Italia!


Grazie per aver chiacchierato con noi, buona giornata e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti!


Grazie per avermi ospitato, mi piace molto poter raccontare della mia musica e spero che i vostri lettori possano risuonare con le mie parole!

 

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